Fase 3: ripartono teatri, discoteche, cinema, sale giochi e centri estivi. E le sale per feste?

Conferenza Stato-Regioni: da lunedì 15 riapre tutto, ma con cautela

Sono state delineate proprio ieri le nuove regole sugli obblighi comportamentali per la riapertura totale della tanto attesa fase 3.

In attesa del nuovo DPCM è quindi arrivato l’ok dalle regioni. Da lunedì 15 giugno locali, cinema, discoteche e teatri riapriranno finalmente le porte.

Come sappiamo, lunedì è la data stabilita anche per l’avvio dei cosiddetti centri estivi, l’unica rete di salvataggio a disposizione dei genitori in uno scenario che non contempla scuole, ludoteche, baby parking e sale per feste fino a data da destinarsi.

Se da una parte le attività ricreative e d’intrattenimento sembrano vedere finalmente una luce, dall’altra ci sono regole abbastanza restringenti rispetto al passato.

Cinema e teatri riaprono, ma…

Per i cinema e i teatri vale la regola della mascherina obbligatoria e dei 200 spettatori come tetto massimo. All’aperto, possono invece arrivare fino a 1000.

Si aggiungono obblighi per l’aerazione naturale, il ricambio dell’aria e il rispetto delle raccomandazioni sui sistemi di ventilazione e di condizionamento. Necessari anche i sistemi di disinfezione delle mani accanto a tastiere, schermi touch e sistemi di pagamento, mentre è vietato mangiare o bere durante gli spettacoli.

In discoteca si balla a 2 metri di distanza

Difficile ma vero, in discoteca la distanza di sicurezza sulla pista da ballo sale a due metri, contro il metro canonico fuori dalla pista. E si può solo ed esclusivamente all’aperto, con prenotazioni online e divieto di ordinare e ricevere bibite al bancone.

I centri estivi

Gli aggiornamenti più attesi restano per noi quelli relativi ai centri estivi. Come previsto, sono state stabilite precise regole di accesso.

Precedenza a chi ne ha più bisogno, quindi, poi tutti gli altri.

Anche gli ingressi vanno scaglionati per evitare affollamenti e va misurata sempre la temperatura corporea dei bambini.

Valgono ovviamente anche qui le regole di distanziamento, per quanto possibile, mentre in merito al rapporto adulti bambini valgono le seguenti proporzioni:

  • 1 operatore ogni 5 bambini per la fascia di età compresa tra 3 e 5 anni
  • 1  operatore ogni 7 bambini per la fascia da 6 a 11 anni
  • 1 operatore ogni 10 adolescenti per la fascia da 12 a 17 anni

 

L’incognita delle sale per feste

Alla luce di quello che è emerso, ci appare lodevole l’iniziativa dell’ANLUS (Associazione Nazionale Ludoteche e Sale per feste), di soffermarsi sulla questione delle sale per feste.

Le sale per feste non appartengono nello specifico a nessuna delle categorie elencate sopra. E’ quindi piuttosto evidente che ancora una volta non saranno citate nel prossimo DPCM.

Stando a una stima (forse persino approssimativa), le sale per feste contemplano circa 10.000 operatori in Italia. L’ANLUS sta dunque cercando di ricavare dati più precisi relativi ai numeri di fatturato di queste realtà, se non altro per capire in che misura influiscono sull’economia nazionale.

Una cosa è certa: risulta difficile accostare l’operato delle discoteche a quello delle sale per feste, dato che per le prime è concessa esclusivamente l’operatività all’aperto.

Pur essendoci dei punti di contatto fra le due realtà (i balli e la somministrazione di cibo e bevande), sembra più plausibile l’allineamento con le regole valide per gli eventi e le feste nei locali pubblici in generale, che prevedono in ogni caso il rispetto delle distanze di sicurezza. Quanto ai balli, potrebbe essere il caso di evitarli, almeno in questa fase.

Sulla somministrazione di cibo e bevande riteniamo però opportuno, in accordo con l’ANLUS, prediligere soluzioni in monoporzione piuttosto che buffet collettivi, perché con i bambini il rischio di non mantenere la distanza sociale è più alto che con gli adulti.

Insomma, per queste realtà non sono state definite linee guida precise e deve dunque prevalere il buonsenso.

Restiamo in attesa che, almeno in parte, venga chiarito se non altro il protocollo più affine, affinché si possa avere un vademecum di riferimento per tornare al lavoro.

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